Yes! A Torino l’accoglienza è soprattutto un sorriso.

Yes! A Torino l’accoglienza è soprattutto un sorriso.

Con piacere vi presentiamo in questo post una case history sviluppata per il Marchio di Qualità Yes! Torino, Quality for Travellers, che si occupa di coinvolgere in un processo di crescita qualitativa oltre 90 strutture tra Hotel e Rifugi di Torino e Provincia, sotto centinaia di aspetti legati, ad esempio, alle prestazioni ambientali, all’accoglienza, alla pulizia. La città è cambiata molto anche a livello turistico, avendo cavalcato in modo ottimale i big events dal 2006 in su (Olimpiadi, Universiadi, Europei, Arte Contemporanea, 150 anni Unità d’Italia). Per coloro che però non ci sono più stati, Torino rimane una città fredda e grigia con un vetusto stereotipo appiccicato addosso.

Ed ecco l’idea che ha coinvolto 20 strutture di Yes!: il gioco dei Sorrisi 2011. Ad ogni albergatore o gestore di rifugio Yes! è stato chiesto di inviare una fotografia che riflettesse il titolo del gioco. I materiali pervenuti sono quindi state pubblicati e votati su Facebook, creando un effetto buzz davvero interessante.

Per gustare il risultato, fatto di sorrisi e goliardia dei “freddi torinesi”, crediamo che la gallery parli da sola: http://goo.gl/7eWPg

Il gioco, inoltre, è stato molto apprezzato in rete su tutti i canali social di Yes!: oltre a Facebook, soprattutto su Twitter e Foursquare. Prossimamente verrà realizzato un video clip della gallery che verrà pubblicato anche su Youtube, confermando Yes! Torino come realtà “addicted” per la promozione turistica coordinata sui nuovi media.

Dunter paw 😉

La linea di moda Minkoff lancia un ADV crowdsourcing su Instagram

La linea di moda Minkoff lancia un ADV crowdsourcing su Instagram

Rebecca Minkoff è una stilista geniale di New York, famosa per lo stile inconfondibilmente animalier delle sue borse (ma non solo: guardate ad esempio i suoi condom realizzati poco tempo fa). Con la stessa capacità di spiazzare critica ed ammiratori, la stilista ha pensato ad un nuovo modo di pubblicizzare i suoi prodotti, chiamando direttamente i propri fan alla progettazione di un ADV cartaceo. E in particolare usando la popolare applicazione dedicate alle “fotografie veloci”: Instagram.

L’appello della Minkoff è semplice: chiede ai propri seguaci su Twitter di caricare le fot0 dei propri prodotti in Instagram, usando l’hashtag #RebeccaMinkoff:  tra oggi e il 1 ottobre le migliori foto saranno incluse nella campagna ADV che andrà in stampa nel mese prossimo nel numero d’esordio della rivista Style.com.

Uri Minkoff, CEO (e fratello maggiore) di Rebecca Minkoff, dice che il brand di moda ha scelto di utilizzare Instagram per la sua potenzialità di editing, capace di rendere le foto qualcosa di più che un semplice scatto: piuttosto un “distintivo”, quasi un “logo istantaneo” del brand, forse più artificioso ma decisamente più gradevole per una campagna ADV. Aggiugendo, naturalmente, che l’utilizzo di Instagram dà anche la possibilità all’azienda di coinvolgere i fan, molti dei quali sono il vero successo di Rebecca Minkoff.

Vuoi fare la reclame? Incontra i direttori creativi.

Vuoi fare la reclame? Incontra i direttori creativi.

Un invito ad un aperitivo. Un locale, lo Zero. Una serata uggiosa, Piazza Vittorio e la sua gente tutta sotto i portici. Incontro Anna Ponti e Lorenzo De Palo, con cui collaboriamo in altri progetti. La mia disattenzione cronica mi aveva completamente assentato da quello che era lo scopo della serata. Leggo quindi il volantino sorseggiando un mojito e scopro un mondo, o meglio un’azione, con un’intenzione molto particolare. Settoriale, concreta, chiara. E quindi ecco questa micro intervista: se vorrai “fare la reclame” potrebbe interessarti.

Come nasce l’associazione Parola di Lì?

L’associazione Parola di Lì nasce nel 2oo9 in ricordo di Lietta Marucco. Brava e testarda copywriter che abbiamo avuto la fortuna di avere come amica e collega. Dopo l’incidente che ce l’ha portata via è nata quasi subito l’idea di creare un’associazione capace di portare avanti nel tempo i suoi valori, la sua passione e la sua estrema, a volte quasi esagerata, sincerità. Lietta era così, se pensava una cosa la diceva, senza fare distinzioni, in questo senso, tra vita privata e vita lavorativa. Questo approccio a noi piaceva tantissimo.

Quali sono gli scopi e gli obiettivi dell’Associazione?

L’associazione ha come obiettivo principale quello di aiutare i giovani creativi in quel delicato momento di passaggio tra la fine degli studi e l’entrata nel mondo del lavoro. Ci siamo passati tutti e sappiamo bene come quel periodo sia caratterizzato da paura, confusione e mancanza di senso della realtà. Parlare, confrontarsi, entrare in contatto con persone che quel lavoro lo fanno da anni, professionisti, creativi, che da sempre si scontrano con tutte le gioie e tutti i dolori di questo lavoro è sicuramente un metodo efficace per prepararsi e soprattutto per capire quale sia effettivamente il miglior modo per iniziare a concretizzare. Per questo l’Associazione ad oggi si concentra in particolare su questo: creare delle opportunità e delle occasioni di confronto sincero tra il mondo del lavoro e i giovani.

Ecco il teaser 2011.

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Vuoi fare la Rèclame. Cosa, Come, dove, perché.

“Vuoi fare la Réclame?” è una serata nel corso della quale i giovani creativi hanno la possibilità di confrontarsi, attraverso una specie di colloquio informale, con direttori creativi e professionisti delle principali realtà torinesi del mondo della comunicazione. L’iniziativa è aperta a tutti i ragazzi con un età non superiore ai 28 anni. L’anno scorso abbiamo avuto circa 80 iscritti e 14 direttori creativi riuniti nello stesso luogo, che hanno deciso in maniera del tutto volontaria di mettere al servizio dei giovani la propria esperienza, i loro consigli e il proprio punto di vista. È stata una grande serata e moltissime idee ed energie sono state messe in circolo. Visti gli ottimi risultati dell’anno scorso, quest’anno, per la seconda edizione di “Vuoi Fare la Rèclame?” stiamo cercando di aumentare sia il numero di iscritti che il numero di professionisti aderenti all’iniziativa. E data la location particolarmente suggestiva stiamo anche organizzando una bella festa, con aperitivo, musica dal vivo e Dj Set per chi avrà voglia di partecipare alla serata. Perché i colloqui sono solo per i giovani ma il divertimento è aperto a tutti. Agli amici di Lietta e dell’associazione e a tutti coloro che desiderano farne parte.

E se i giovani lettori del blog di Dunter volessero parteciparvi?

Per partecipare basta andare sul sito dell’Associazione, iscriversi all’evento compilando il form on line, e recarsi con una selezione dei propri lavori il 13 luglio alle 19.30,  presso il Cortile della Farmacia in via Giolitti 36.  Ad ogni iscritto è garantito almeno un colloquio con uno dei professionisti presenti alla serata.

Ulteriori canali dove star in contatto con Parole di Li:Facebook e  su Twitter cerca e segui @paroladiLi

Quindi, Passa-parola, di Li naturalmente.

 

Turismo: chatta con due svizzeri DOC e vinci una vacanza

Turismo: chatta con due svizzeri DOC e vinci una vacanza



Ecco una campagna all’insegna della interattività, dedicata al turismo. Una app molto ben studiata: un video, una musichetta tipica come colonna sonora, due simpatici montagnini che partono dalle alte vette, inforcano un trattorino e arrivano in città. Ecco che inizia il vero (e vincente) “contrasto”: i due entrano in bar, aprono i loro pc e non si parlano se non via chat di Facebook. Sogghignano, ordinano un cappuccio, e poi… ti chiedono di entrare in contatto con loro!

Un po’ anche come dire “E noi svizzeri saremmo chiusi? In realtà siamo molto più interattivi di quel si pensi!” . Il tutto ti porterà a partecipare ad un concorso con premio una vacanza che evidenzia tutte le migliori caratteristiche elvetiche, dopo aver analizzato la tua “web-dipendenza”: una baita in montagna senza telefono e senza internet.

Un paradosso, amplificato interattivo ed allegro, che comunica i valori e li posiziona perfettamente sul mercato come club di prodotto. Cioccolato, orologi, un’attitudine 2.0 e.. il silenzio, quindi. Clicca qui e vinci la Svizzera! e, se sei una fanciulla, occhio che quei due vecchietti sembra siano davvero tremendi 😉

 

Un autentico falso d’autore digitale

Un autentico falso d’autore digitale

Da sempre il fake riveste un ruolo fondamentale nell’arte. Dai falsi d’autore di De Chirico alle provocazioni di Dalì, il “non vero” rappresenta un’inesauribile fonte di creatività.

Le infinite potenzialità del web hanno elevato il fake a opera d’arte, strumento di comunicazione e marketing: se anche voi come me ricevete continuamente mail da Enlarge Your Penis, sapete di cosa sto parlando. E non mi riferisco alla vostra salute sessuale.

Comunque, il concetto è semplice: il web è in grado di generare più arte di quanta sia mai stata prodotta nel corso dei secoli.

È questa la base di partenza dell’ultima geniale opera/provocazione degli 0100101110101101.org, l’ostica sigla dietro la quale si nascondono i net artist e sabotatori media Eva e Franco Mattes, già autori di progetti ad alto impatto mediatico come No Fun, FTP Permutations e Darko Maver.

Catt, questo il nome dell’opera, si basa su una semplice considerazione: perchè il falso d’autore ha un valore riconosciuto e condiviso, al contrario del fake digitale?

Ecco quindi la scommessa: la prima foto scaricata a caso dal web diventerà un’opera d’arte.

Il fake di Cattelan

Detto fatto: gli 0100101110101101.org selezionano un’immagine a caso: un gatto chiuso in una gabbia per uccellini, con un uccellino sopra la gabbia.

L’immagine viene affidata a un impagliatore che realizza una scultura di ottima fattura, talmente pregevole da assomigliare a un’opera di Maurizio Cattelan, vulcanico artista italiano le cui opere sono oggi tra le più quotate al mondo.

Catt viene quindi presentata alla Inman Gallery Annex di Houston, Texas, che decide di esporla: dopotutto, stiamo parlando di un’opera di Cattelan…

L’accoglienza tributata alla scultura è positiva, sia da parte del pubblico sia da parte degli addetti ai lavori: «Un’opera tragica e comica allo stesso tempo: l’approccio ironico e anti-autoritario di Cattelan emerge in tutto il suo splendore». Mecenati e galleristi iniziano a farsi avanti con assegni a cinque zeri, la notizia viene ripresa dalla stampa specializzata di tutto il mondo, rafforzando ulteriormente il valore dell’opera

A questo punto non resta che portare a termine il progetto: gli 0100101110101101.org rivelano che Catt non è di Cattelan, che è stata fatta da un (pur bravo) impagliatore e che l’immagine è stata presa a caso sul web. La notizia viene ripresa, questa volta dai blog (come il nostro), portando a termine con successo il sabotaggio mediatico di Eva e Franco Mattes.

Il cerchio si chiude, il fake ritorna sul web dopo un breve momento di gloria nella vita reale.

In fondo ci hanno guadagnato tutti: gli 0100101110101101.org, Maurizio Cattelan, la Inmax Gallery.

Tutti tranne il gatto.

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