Ecco una nuova Start-up di assoluto interesse: Storify. Un social network per il giornalismo che include potenzialità enormi sia per i professionisti che per gli amatori dei blog settoriali e territoriali. Oggi mi sono iscritto a Storify (la registrazione avviene anche tramite il tuo profilo Twitter ed è velocissima).
A primo impatto è semplice e molto intuitivo: permette di inserire un articolo, segnalandone il titolo e potendo inserirne il testo. Successivamente il passo di interconnessione con Twitter, Facebook, Flickr, Youtube, Google… infatti è possibile sfruttare i motori di ricerca all’interno delle piattaforme descritte ed inserire (e collegare) al tuo articolo qualsiasi fonte possa essere utile ad esplicitare e a portare contenuti extra al tuo pezzo. Le potenzialità di condivisioni crescono quindi a dismisura e la semplicità nel recuperare foto, fonti e utenti targettizzati al tuo post è pressoché illimitata nelle sue sfumature, permettendo di farcire il proprio racconto tracciando sempre più al meglio i propri confini di visione e di pensiero nei confronti dei lettori.
Sembra la scoperta dell’acqua calda: ma l’idea di abbandonare il “copia e incolla” e la formattazione dei contenuti, l’inserimento degli interlink potrebbe essere veramente una svolta per coloro che quotidianamente scrivono su un proprio blog. Ma l’evoluzione principale di questo strumento di organizzazione è rivolto soprattutto alla categoria dei “citizen journalism“.
E poi la chicca finale: quando avrai terminato la tua prima storia è completata, potrai chiaramente linkarla nei social network, oppure copiare il codice embede ed inserirlo in qualsiasi sito web, esattamente come avviene per i video di Youtube.
Il sito è stato testato per mesi dalle redazioni delle principali testate giornalistiche mondiali: Washington Post, New York Times e Bbc. I dati parlano chiaro: più di 4 milioni di utenti solo a marzo.
Ecco il video di presentazione:
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Reazione: Storify: citizen journalism e collaborazione – Simone Favaro