Turismo: chatta con due svizzeri DOC e vinci una vacanza

Turismo: chatta con due svizzeri DOC e vinci una vacanza



Ecco una campagna all’insegna della interattività, dedicata al turismo. Una app molto ben studiata: un video, una musichetta tipica come colonna sonora, due simpatici montagnini che partono dalle alte vette, inforcano un trattorino e arrivano in città. Ecco che inizia il vero (e vincente) “contrasto”: i due entrano in bar, aprono i loro pc e non si parlano se non via chat di Facebook. Sogghignano, ordinano un cappuccio, e poi… ti chiedono di entrare in contatto con loro!

Un po’ anche come dire “E noi svizzeri saremmo chiusi? In realtà siamo molto più interattivi di quel si pensi!” . Il tutto ti porterà a partecipare ad un concorso con premio una vacanza che evidenzia tutte le migliori caratteristiche elvetiche, dopo aver analizzato la tua “web-dipendenza”: una baita in montagna senza telefono e senza internet.

Un paradosso, amplificato interattivo ed allegro, che comunica i valori e li posiziona perfettamente sul mercato come club di prodotto. Cioccolato, orologi, un’attitudine 2.0 e.. il silenzio, quindi. Clicca qui e vinci la Svizzera! e, se sei una fanciulla, occhio che quei due vecchietti sembra siano davvero tremendi 😉

 

Esce The National Mall, il primo album musicale interamente location-aware

Esce The National Mall, il primo album musicale interamente location-aware

Quando parliamo di distribuzione digitale di musica pensiamo sempre a mp3 in download o magari a iTunes. Ieri l’annuncio di una band di Washington, i Bluebrain (composta da due fratelli Ryan e Hays Holladay), è decisamente andato oltre questa concezione. Il loro nuovo album sarà disponibile su iTunes, ma non in mp3, quanto piuttosto scaricabile come applicazione per smarthphone. E potrà essere scaricato ed ascoltato solo all’interno di un tratto del Mall, il lunghissimo parco (circa 5 km) di Washington DC, limitato a nord dalla Constitution Avenue ed a sud dalla Indipendence Avenue, polmone verde e centro simbolico della capitale USA. Quello dove Forrest Gump tornato dal Vietnam parlava alla folla, per intenderci.

L’album, intitolato (guarda un po’) The National Mall, contiene circa tre ore di musica che i fratelli Holladay hanno composto mentre gironzolavano intorno alla zona. E c’è un perchè. Come dichiarato dalla band:

La musica è stata composta appositamente per questo paesaggio. Per esempio, quando si è al Lincoln Memorial e si sta salendo le scale verso la statua gigante di Lincoln, il suono delle campane aumenta fino ad esserne avvolti completamente.

Insomma, The National Mall è un progetto musicale che è molto di più di un semplice album: grazie a un sistema GPS integrato all’applicazione, la musica cambia continuamente mentre ci si aggira nel parco. Risalendo la collina si può sentire solo un violoncello, poi, via via, che ci si avvicina a luogi particolari vengono fuori violini, un coro, applausi, fuochi d’artificio e tamburi. Un mix in continua metamorfosi ed evoluzione sonora a seconda dei movimenti dell’ascoltatore all’interno del parco.

Domanda: e chi non vive a Washington DC e non può recarsi al Mall per ascoltare l’album? Beh, la band ha in progetto di comporre applicazioni simili in una serie di altre località della nazione, come al Flushing Meadows, nel pieno Queens di New York.

Musica non convenzionale, musica dinamica, musica “localation-based” (o meglio, “location-aware”): chiamatela come vi pare. Sta di fatto che The National Mall non è un semplice album da ascoltare, quanto piuttosto una vera e propria esperienza di “viaggio musicale”. Un nuovo modo di pensare la musica che apre orizzonti innovativi e inaspettati nella fruizione musicale legata a precisi luoghi e paesaggi, che può rivoluzionare anche la promozione del territorio in campo di politiche urbanistiche o turistiche. Guardate il video promozionale di The National Mall qui sotto e capirete cosa vogliamo dire.

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2011: odissea nei Social Media

2011: odissea nei Social Media

C’era una volta, tanti anni fa, MySpace che  dominava lo “spazio” sociale. Come in un universo in espasione le cose però sono destinate cambiare velocemente nel mondo dei Social Media: nuove stelle nascono, mentre altre finiscono per diventare veri e propri buchi neri. Già la scorso lo scorso agosto, il team dell’agenzia creativa JESS3 lanciò l’infografica “The Geosocial Universe”. Un successo enorme, che però già dopo un anno ha bisogno di un aggiornamento. Ecco le nuove affascinanti grafiche che ci dicono come l’universo social si sta espandendo (per ingrandire cliccate sull’immagine).

Qualche osservazione da fare:

  • Mobile: 5,3 miliardi di dispositivi mobili sono utilizzati in tutto il mondo. Che ci crediate o no si tratta del 77% dell’intera popolazione mondiale.
  • Smartphone: il 21,8% di tutti i dispositivi mobili sono smartphone. Nonostante quello che si potrebbe pensare, non è Apple in cima alla lista delle vendite, ma è invece la cara vecchia Nokia.
  • Qzone: la versione cinese di Facebook, Qzone, sta sperimentando una crescita inarrestabile con 480 milioni di utenti registrati.
  • Twitter: quasi il 40% delle persone scrive su Twitter via cellulare.
  • E-mail: Hotmail domina ancora, ma è questione di poco: Gmail sta guadagnando velocemente.
  • Yelp: Yelp fa 50 milioni di visitatori unici al mese. La sua mossa di collaborare con OpenTable all’inizio di quest’anno non fa che aumentare la sua rilevanza.
  • Foursquare e Gowalla: Per crescere, crescono. Ma contro tutti i pronostici la loro crescita è la più lenta di tutte.
3 applicazioni mobili che stanno cambiando il modo di ascoltare musica

3 applicazioni mobili che stanno cambiando il modo di ascoltare musica

Forse qui da noi in Italia il mercato delle applicazioni mobili per iPhone/Android deve ancora decollare ma al di là dell’oceano è ormai la nuova frontiera. Tanto che negli ultimi mesi si sono registrate decine e decine di start-up che sfruttano la geolocalizzazione degli utenti, e molte puntano soprattutto sull’industria musicale. Ecco qui una nostra attenta selezione di tre applicazioni “local based” che promettono di rivoluzionare i tradizionali approcci alla fruizione di musica.

Roqbot


Se siete dei nostalgici dei vecchi juke-box, eccovi serviti: Roqbot (che ha vinto il premio speciale per le Start-Up legate al mondo della musica all’ultimo SXSW di Austin) consente agli utenti di scegliere la playlist da ascoltare in bar o in una location qualsiasi attraverso un vero e proprio voto di preferenza. Il funzionamento è semplice quanto geniale: il proprietario del locale sceglie una lista di canzoni per un playlist e successivamente il controllo passa nelle mani degli utenti. Attraverso l’applicazione del proprio smartphone si procede alle “votazioni” delle canzoni presenti e quelle più cliccate sono scelte in automatico dal software che gestisce l’impianto audio . Gli utenti possono condividere le canzoni che ha scelto tramite Facebook e Twitter, e naturalmente possono guadagnare i sempre presenti “badge”. Musica 2.0 si, ma democratica.

Loudie


Si chiama Loudie ed è la nuova frontiera del live show 2.0: l’interattività arriva prima, dopo e durante i concerti di tutto il mondo. L’applicazione consente agli utenti di vedere i feedback degli spettatori durante un live show e di condividerne i propri. Non solo: gli utenti di Loudie possono trovare altri spettacoli nella loro zona, invitare gli amici a unirsi a loro per un concerto, aggiungere nuove date al loro calendario di eventi, comprare biglietti, leggere notizie, e inviare messaggi personalizzati ad altri utenti.

Herd.fm


Un’applicazione canadese che nasconde delle potenzialità suggestive per promuovere la propria musica: interamente dedicata ai musicisti ed etichette discografiche, Herd.fm consente di diffondere tracce musicali in luoghi specifici. Musica geo-localizzata dunque, che dà la possibilità agli utenti degli smartphone di checkarsi in qualche località per scoprire nuovi brani, magari inediti ed esclusivi, “seminati” ad hoc dall’artista o dall’etichetta discografica. Attraverso l’applicazione si può anche visualizzare i profili degli artisti, consultare una mappa di dove canzoni dell’artista sono state abbandonate da altri utenti e ottenere informazioni su promozioni e nuovi contenuti. Last but not least, tutte le canzoni possono essere trasmesse su un canale on-demand.

Storify: scrivi articoli per un giornalismo 3.0

Storify: scrivi articoli per un giornalismo 3.0


Ecco una nuova Start-up di assoluto interesse: Storify. Un social network per il giornalismo che include potenzialità enormi sia per i professionisti che per gli amatori dei blog settoriali e territoriali.  Oggi mi sono iscritto a Storify (la registrazione avviene anche tramite il tuo profilo Twitter ed è velocissima).

A primo impatto è semplice e molto intuitivo: permette di inserire un articolo, segnalandone il titolo e potendo inserirne il testo. Successivamente il passo di interconnessione con Twitter, Facebook, Flickr, Youtube, Google… infatti è possibile sfruttare i motori di ricerca all’interno delle piattaforme descritte ed inserire (e collegare) al tuo articolo qualsiasi fonte possa essere utile ad esplicitare e a portare contenuti extra al tuo pezzo. Le potenzialità di condivisioni crescono quindi a dismisura e la semplicità nel recuperare foto, fonti e utenti targettizzati al tuo post è pressoché illimitata nelle sue sfumature, permettendo di farcire il proprio racconto tracciando sempre più al meglio i propri confini di visione e di pensiero nei confronti dei lettori.

Sembra la scoperta dell’acqua calda: ma l’idea di abbandonare il “copia e incolla” e la formattazione dei contenuti, l’inserimento degli interlink potrebbe essere veramente una svolta per coloro che quotidianamente scrivono su un proprio blog. Ma l’evoluzione principale di questo strumento di organizzazione è rivolto soprattutto alla categoria dei “citizen journalism“.

E poi la chicca finale: quando avrai terminato la tua prima storia è completata, potrai chiaramente linkarla nei social network, oppure copiare il codice embede ed inserirlo in qualsiasi sito web, esattamente come avviene per i video di Youtube.

Il sito è stato testato per mesi dalle redazioni delle principali testate giornalistiche mondiali: Washington Post, New York Times e Bbc. I dati parlano chiaro: più di 4 milioni di utenti solo a marzo.

Ecco il video di presentazione:

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