Un autentico falso d’autore digitale

Un autentico falso d’autore digitale

Da sempre il fake riveste un ruolo fondamentale nell’arte. Dai falsi d’autore di De Chirico alle provocazioni di Dalì, il “non vero” rappresenta un’inesauribile fonte di creatività.

Le infinite potenzialità del web hanno elevato il fake a opera d’arte, strumento di comunicazione e marketing: se anche voi come me ricevete continuamente mail da Enlarge Your Penis, sapete di cosa sto parlando. E non mi riferisco alla vostra salute sessuale.

Comunque, il concetto è semplice: il web è in grado di generare più arte di quanta sia mai stata prodotta nel corso dei secoli.

È questa la base di partenza dell’ultima geniale opera/provocazione degli 0100101110101101.org, l’ostica sigla dietro la quale si nascondono i net artist e sabotatori media Eva e Franco Mattes, già autori di progetti ad alto impatto mediatico come No Fun, FTP Permutations e Darko Maver.

Catt, questo il nome dell’opera, si basa su una semplice considerazione: perchè il falso d’autore ha un valore riconosciuto e condiviso, al contrario del fake digitale?

Ecco quindi la scommessa: la prima foto scaricata a caso dal web diventerà un’opera d’arte.

Il fake di Cattelan

Detto fatto: gli 0100101110101101.org selezionano un’immagine a caso: un gatto chiuso in una gabbia per uccellini, con un uccellino sopra la gabbia.

L’immagine viene affidata a un impagliatore che realizza una scultura di ottima fattura, talmente pregevole da assomigliare a un’opera di Maurizio Cattelan, vulcanico artista italiano le cui opere sono oggi tra le più quotate al mondo.

Catt viene quindi presentata alla Inman Gallery Annex di Houston, Texas, che decide di esporla: dopotutto, stiamo parlando di un’opera di Cattelan…

L’accoglienza tributata alla scultura è positiva, sia da parte del pubblico sia da parte degli addetti ai lavori: «Un’opera tragica e comica allo stesso tempo: l’approccio ironico e anti-autoritario di Cattelan emerge in tutto il suo splendore». Mecenati e galleristi iniziano a farsi avanti con assegni a cinque zeri, la notizia viene ripresa dalla stampa specializzata di tutto il mondo, rafforzando ulteriormente il valore dell’opera

A questo punto non resta che portare a termine il progetto: gli 0100101110101101.org rivelano che Catt non è di Cattelan, che è stata fatta da un (pur bravo) impagliatore e che l’immagine è stata presa a caso sul web. La notizia viene ripresa, questa volta dai blog (come il nostro), portando a termine con successo il sabotaggio mediatico di Eva e Franco Mattes.

Il cerchio si chiude, il fake ritorna sul web dopo un breve momento di gloria nella vita reale.

In fondo ci hanno guadagnato tutti: gli 0100101110101101.org, Maurizio Cattelan, la Inmax Gallery.

Tutti tranne il gatto.

Automatic DJ, la playlist generata dalle foto del profilo di Facebook

Automatic DJ, la playlist generata dalle foto del profilo di Facebook

Il mondo delle applicazione digitali musicali non finisce di stupire. Lo scorso fine settimana a New York, la General Assembly (un vero e proprio campus aperto alle sperimentazioni digitali) ha ospitato il primo Music Hack Day della grande mela, riunendo programmatori esperti di connessioni API declinate sul mondo della musica. In apertura dei lavori lo si è detto subito: il mondo della musica attraverso le nuove connessioni sociali si sta rivoluzionando nella stessa distribuzione e fruizione della musica.

Ma Automatic DJ, progetto presentato proprio per il Music Hack Day si spinge forse ancora piu’ in là. Il software concepito da una coppia di programmatori sicuramente visionari (Ben Gleitzman e Brian Brennan) genera una playlist automatica, nel momento in cui una persona oltrepassa una porta (che sia ipoticamente quella di un bar, di un pub, di una discoteca o di qualunque altro luogo pubblico).

Ma è il modo con cui questa playlist viene generata che è la vera novità: una telecamera alla porta utilizza il riconoscimento facciale per identificare il profilo Facebook di ogni persona. Combinando i dati degli interessi musicali del profilo Facebook intragisce con dei database di dati musicali legati agli autori che ci “piacciono”,scegliendo le canzoni “ballabili”. Fra i nostri interessi musicali abbiamo messo i Queen? Dunque ecco che automaticamente la playlist partirà con una Bohemian Rapsody appena abbiamo oltrepassato la porta.

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Il team Automatic DJ è stata solo in grado di dimostrare una breve concept del progetto (che potete vedere nel video qui sopra)  e durante la dimostrazione ha utilizzato la faccia una sola persona. Il prossimo passo sarà il collegamento di una telecamera “identificatrice” (assolutamente fattibile ed usata già per altre applicazioni legate al mondo dei videogiochi)

Un progetto simile è stato Youzakk, che invece utilizza il collegamento tramite Foursquare. Prima si crea la playlist sul relativo sito e si abbina a un locale. Dopo basterà un check-in sullo stesso locale per far sparare dagli altoparlanti la propria musica preferita.

.DOC, una rivista interattiva per Torino

.DOC, una rivista interattiva per Torino

La cultura e la tecnologia al servizio della tua città. Cosa poter immaginare di meglio? Torino ha vissuto, e vive dalla fine degli anni 90, una rivoluzione continua, a tratti inaspettata, radicale. Le logiche di programmazione e progettazione si incuneano nel tessuto sociale e provocano, a domino, effetti virtuosi. Insomma stimolano ma fondamentalmente permettono, a coloro che ne hanno a cuore le sorti e la bellezza, di osare e immaginare interrelazioni nuove, dinamiche, sovversive nel migliore dell’insieme dei risultati possibili: cambiamento, crescita, restyling, partecipazione. E così si incrociano, per passione e per lavoro, persone che immaginano, sognano, idealizzano progetti e quadri per la città che verrà. Oggi incontriamo Aldo Goccione, del Collettivo Housedada.

.DOC: territorio speaks for its self. Partiamo dal claim e arriviamo ai contenuti?

“Il territorio parla di se stesso” mettiamola così, giornalismo partecipato, azioni libere ed indipendenti. Movimenti che parlano di persone e di territorio. Bisogna coltivare il nostro giardino 🙂 e noi cerchiamo di farlo senza badare a concetti burocratici o politici, ma solo ad una morale semplice ed estetica. Amiamo le favole e chi le sa inventare. .Doc cerca storie da raccontare, cerca persone che vogliano raccontarle e Movimento Manifesto trova metodi per promuoverle e renderle più tangibili. Arte Contemporanea applicata allo sviluppo del territorio, personalità umane che ne riflettono l’stinto, visioni di città che vorremmo vivere e che siamo pronti a costruire.

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E’ descritto come un’estensione, o un push up, di Progetto Movimento Manifesto. Spiegheresti ai lettori del blog cos’è?

Movimento Manifesto – Agenzia per lo Sviluppo Creativo del Territorio – nasce con l’obiettivo di “giocare” con creatività sugli obiettivi altrui, inserendosi nelle dinamiche di sviluppo come realtà di supporto. La necessità è quella di riportare i singoli obiettivi ad una dimensione superiore, contestualizzandoli e, di conseguenza, aumentandone il valore. La convinzione è che gli strumenti principi per la progettazione sul territorio, di qualunque natura essa sia (architettonica, paesaggistica, di servizi, di offerta culturale) debbano essere il dialogo con le realtà vicine e il confronto con quelle equivalenti.

Attualmente è esclusivamente online: mi accennavi che a breve sarà anche cartaceo. Avete già un programa della tiratura e della diffusione?

Si, al momento è esclusivamente online, ma da febbraio verrà supportata da un uscita monografica trimestrale. La versione cartacea cercherà di raccontare in modo più specifico realtà che meritano più dettagli. Per quanto riguarda la tiratura, partiremo con 1000 copie del numero pilota che verrà distribuito nei bookshop e inviato ad istituzioni , artigiani ed addetti ai lavori; le monografie verranno prodotte con una tiratura maggiore ma seguiranno lo stesso tipo di distribuzione.

Siete alla ricerca di sponsor, collaboratori?

Siamo riusciti ad arrivare al cartaceo pilota in anticipo sulle nostre aspettative, questo è avvenuto grazie alla partecipazione dei nostri sponsor che credono, come noi, in modo sempre maggiore, nell’affermarsi delle azioni imprenditoriali indipendenti in campo culturale. Siamo alla ricerca di collaboratori e sponsor per intensificare il processo di ricerca e studio delle realtà presenti sul territorio. Tra le tappe ci sarà la realizzazione sul territorio di alcuni tra i progetti culturali nati su .Doc.

Per chi volesse curiosare e approfondire, ecco .DOC .Oh ragazzi, non siamo mica qui ad asciugarci i capelli con l’iPhone.

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