A Torino un Social Flash Mob per Renken Onlus!

A Torino un Social Flash Mob per Renken Onlus!

I dunters hanno anche un cuore, questa è la notizia di oggi. Ed ecco il corpo del reato: in stretta collaborazione con lo studio di produzione video Due Monete, Dunter ha ideato un Flash Mob – iscrivibile alla categoria dei Social Mob – avvenuto a Torino, davanti a Palazzo Bricherasio, angolo via Lagrange, domenica 5 dicembre 2010.

Il tema, semplicissimo, richiedeva ai partecipanti di presentarsi con un cappello da Babbo Natale per poi tirarlo fuori al momento giusto. Il tutto accompagnato, nella migliore tradizione, dal più classico dei classici musicali natalizi: “Jingle Bells”.

Il risultato è stato stupefacente così come la partecipazione. La folla incuriosita si è fermata, ha assistito allo spettacolo che ha “fermato” per 5 minuti le menti e gli occhi dei passanti inconsapevoli e dei numerosi partecipanti.

Il Social Mob è statopreparato e coordinato per favorire la promozione dell’attivissima Onlus concittadina Renken, attiva in progetti e azioni di sostegno nel Terzo Mondo, in special modo riguardo ai bambini di strada del Senegal. Renken significa “sorridi”, e il Social Mob voleva raggiungere proprio questo obiettivo.

Missione compiuta, e Buon Natale sociale. Vi ricordiamo che con una semplice condivisione con i tasti qui a sinistra “Share” e “Tweet” questo clip aumenterà le possibilità di sostegno a favore dell’Assocazione Renken.

E se a Natale anche i dunters sono più buoni…..

La nuova popolarità social: MTV lancia Music Meter per le band emergenti

La nuova popolarità social: MTV lancia Music Meter per le band emergenti

Si chiama Music Meter ed è un nuovo tool online lanciato ieri da MTV per misurare la popolarità dei musicisti e delle band emergenti, sia nel “buzz” della blogsfera sia nelle conversazione dei Social Network. Un vero e proprio strumento interamente dedicato a quello sterminato universo di band emergenti che punta la propria visibilità anche (e soprattutto) sulla promozione digitale. Una start-up che esclude automaticamente chi popolare lo è già (come Lady Gaga o Justin Bibier).

MTV ha lavorato al progetto di Music Meter con “The Echo Nest” (una delle più interessanti start up musicali con sede a Somerville, Massachusetts) sviluppando un algoritmo che traccia la popolarità delle band emergenti nella loro presenza online. Dunque, la popolarità degli artisti di Music Meter non è solo misurata attraverso l’analisi dei canali tradizionali (ascolti in radio o vendita di album) ma anche e soprattutto attraverso la presenza diretta o indiretta delle stesse su blog, social media, video online e molto altro. Gli utenti, visitando il sito di Music Meter, possono cliccare su qualsiasi gruppo musicale presente, ascoltare 30 secondi delle canzoni caricate, guardare i video musicali, scorrere foto, leggere i tweets che parlano della band e, attraverso un meccanismo che ricorda LastFM, trovare altri artisti o gruppi che per attinenza gli sono simili.

Il concept semplice e rivoluzionario che sta alla base di Music Meter è stato spiegato da Shannon Connolly, Music Digital PR dell’emittente: “La rete può essere un mezzo potentissimo per aiutare le persone a conoscere gruppi musiciali che non sarebbero in grado di emergere nei contesti tradizionali. Music Meter vuole essere una scommessa su un nuovo tipo di popolarità online che merita di avere la stessa dignità di quella offline”.

Entro la fine dell’anno Music Meter dovrebbe arrivare anche su iPhone e dispositivi Android.

Twitter aumenta l’audience televisivo del 10%: il caso di BravoTV

Twitter aumenta l’audience televisivo del 10%: il caso di BravoTV

Questa incredibile storia inizia un anno fa. Quando una piccola emittente americana, la Bravo (affiliata alla NBC Universal) – fino allora nota come PAY TV dedicata al cinema indipendente – decide di approcciarsi in modo rivoluzionario al mezzo televisivo. Si mette in gioco, proponendo nuovi format TV, degli innovativi reality decisamente fuori dall’ordinario, come The Real Housewives of…, ovvero le reali vite di “casalinghe (non) disperate” dei sobborghi più disagiati di New York.

Bravo Talk Bubble

La vera novità però della Bravo sta nell’aver proposto nel corso del 2010 i Bravo Talk Bubble, veri e propri momenti di discussione collettiva in rete, in real-time e, naturalmente, attraverso Twitter. Così, nei Bravo Talk Bubble, caricati sia sul sito della Bravo TV, ma tracciabili anche attraverso il relativo #hashtag, il pubblico può discutere con gli autori e i produttori delle trasmissioni più seguite, interagendo attraverso tweets, reply e re-tweets vari. Dopo un anno esatto dall’esperimento dei Bravo Talk Bubble, la scorsa settimana sono arrivati i primi risultati dell’operazione dei tweets in real-time: secondo la Senior Vice President Lisa Hsia c’è stato un incremento di audience medio del 10%.

Giochi di hashtag e battaglie di tweets

Un produttore televisivo, lo sa bene, per una fetta del 10% di audience farebbe pazzie. Quelli di Bravo TV questa cosa l’hanno capita, tanto che oggi hanno coinvolto nell’operazione di Talk Bubble quasi l’intera programmazione del palinsesto. E non solo: hanno concepito un vero e proprio percorso parallelo ed interattivo, optanto per 3 aree di conversazione Social: Tweet Tracker per rimanere aggiornati sugli ultimi tweets delle celebrità del canale, Just Sayin per giocare con le hashtag e infine la virale Tweet Battles per sfidare gli amici a guerre di 140 caratteri sui punti di forza e di debolezza della programmazione. Con questa struttura ibrida, che integra perfettamente nuovi e vecchi media, quella di Bravo TV è diventata a tutti gli effetti uno dei più avanzati esempi di contaminazione fra TV e Social Media, dove lo stesso Audience diventa proporzionale ai followers che si riescono ad attrarre.

In Italia c’è TweetTV

In Italia non esiste ancora di fatto nessun progetto simile. Eppure qualcosa si è mosso, anche se soltanto dalla rete. Il portale TweetTV, ad esempio, nato da poco si presenta come una “TV con centinaia di persone accanto a te.”
La Twitter-TV è una televisione libera e democratica”
. Fondamentalmente un aggregatore di flussi twitter, per seguire comodamente il dibattito su Twitter durante la diretta di alcune trasmissioni come Otto e mezzo, Report o L’infedele. Un piccolo passo, ma che dimostra anche da noi l’attenzione verso un nuovo tipo di approccio alla visione televisiva.

Accordo fra Endemol e Foursquare: andiamo verso una local TV?

Accordo fra Endemol e Foursquare: andiamo verso una local TV?

La notizia, lanciata per prima da Variety, rivista cult dell’industria hollywoadiana, è rimbalzata in rete come una gigantesca novità che apre nuovi orizzonti: Foursquare e una delle più grandi case di produzione televisive, la Endemol USA, hanno siglato un accordo di esclusiva nell’ottica di produrre assieme nuovi formati televisivi basati sulla logica sempre più emergente della geo-localizzazione social. La partneship non arriva in un momento a caso. Da una parte la crisi strutturale dell’industria televisiva, dall’altra il nuovo intrattenimento digitale che viaggia su iPhone ed Android, senza contare lo stesso iPad, che con la sua molteplice funzionalità di integrazione con i vecchi media, molti hanno già battezzato “il secondo schermo televisivo della storia”. Dall’altra parte la stessa Endemol non è nuova a tentativi simili di conquistare nuove fette di mercato digitale.

Married on MySpace e The Test

Stiamo parlando di Married on Myspace, lanciato proprio da Endemol USA qualche tempo fa, è da considerarsi a tutti gli effetti il primo reality 2.0, un vero e proprio contest-show nel quale il premio in questione è “ovviamente” un matrimonio online organizzato da una pletora di utenti scatenati e decisamente sconosciuti. Non meno visionario, in ottica 2.0, è stato The tester, un reality show i cui concorrenti sono beta tester di videogiochi. Chiusi in una casa ad “annoiarsi” provando giochi ancora non pubblicati 24 ore su 24, maschi e femmine. Le loro interazioni, il loro lavoro, i loro scazzi e i loro risultati (meglio chiamarli Achievement o Trofei) venivano catturati in video per il web, visionabili direttamente dalla Playstation Network sotto forma di download oppure in un secondo momento in streaming gratuito sul canale ufficiale Youtube di Playstation

Il caso di Amazing Race Asia

Dunque se Endemol ha già alle spalle un fruttuosa esperienza di contenuti video per il web, ecco che la sua mossa per conquistare un prossima declinazione “local” dei contenuti TV assume un’importanza mostruosa. L’ispirazione potrebbe essere venuta da Amazing Race Asia, format TV prodotto da AXN e Buena Vista e giunto alla sua quarta stagione. Un fortunatissimo reality show statunitense in cui squadre formate da una coppia di persone (amici, fratelli, fidanzati, coniugi o quant’altro) gareggiano in una corsa intorno al mondo con l’obbiettivo per arrivare primi al Pit Stop collocato alla fine di ogni tappa della corsa. Nella sua versione asiatica è entrato in gioco proprio Foursquare grazie ad un contest lanciato dagli Hotel Hilton: al termine di ogni puntata c’è “pit stop” dedicato agli spettatori, che non è altro che un resort Hilton dislocato in varie zone (Indonesia, Corea, Malaysia, Singapore, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam). Le prime 5 persone a raggiungere questi pit stop e certificando la propria presenza con un check-in sul proprio account Foursquare, hanno vinto notti in albergo e cene gratis. Se è questo lo schema, non sarà difficile per Endemol costruire nuovi format in cui i telespetattori sono coinvolti in prima persona, contribuendo anche alla promozione di qualche brand davvero importante.

Anche Twitter per la geolocalizzazione della TV

Un’altra conferma che TV e Social Newtork potrebbero unirsi per la geolocalizzazione dei contenuti arriva dalla notizia fresca fresca del lancio, da parte della NBC, di una trasmissione televisiva completamente “twitter-integrated”, in onda su tutte le sue emittenti locali. Chiamato The 20, il nuovo format della NBC ha coinvolto 20 dei più influenti “tweeters” per ogni zona territoriale. Partendo con 20 prescelti a Washington DC, 20 a New York e 20 a San Diego (e via via, con l’inclusione di altre sette città nel corso del 2011), gli autori di tweets inizieranno da gennario a parlare dei temi caldi delle realtà locali in cui vivono, dalla politica allo sport, dalla moda alla cucina, dalla cultura all’economia. Prevedendo che, a una loro perdità di popolarità, automaticamente saranno sostituiti da nuovo account più “celebri”. Non solo Foursquare, dunque: nell’universo televisivo prossimo venturo, sia la geolocalizzazione dei contenuti, sia la targettizazione territoriale dell’audience potrebbero coinvolgere sempre più la rete e chi la vive quotidianamente attraverso i Social Network.

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