I Motel Connection scelgono il web (e dunter) per lanciare il loro nuovo singolo

I Motel Connection scelgono il web (e dunter) per lanciare il loro nuovo singolo

“All Right” è il nuovo singolo dei Motel Connection, quarto capitolo dell’album “H.E.R.O.I.N.”, acronimo di “Human Environmental Return Of Output & Input Network“, uscito ad aprile 2010 distribuito Universal Music.

Una ballata lenta e introspettiva, che conferma l’identità multipla della band capace di spaziare dall’electro-rock tipico del clubbing ad un trip hop intimista e sensuale.

Per l’occasione il trio torinese, in collaborazione con Dunter realizza un’operazione inedita in Italia. Per la prima volta infatti, abbiamo deciso di concedere l’esclusiva dei passaggi radiofonici del singolo ai due grandi network di media e contenuti universitari italiani, lasciando da parte i canali media tradizionali e i grandi network radiofonici.

Il progetto ideato e realizzato da Dunter è stato reso possibile grazione allacollaborazione di RadUni, l’Associazione degli Operatori Radofonici Universitari (www.raduni.org) e Ustation.it, il network dei media universitari (www.ustation.it).

Sono 27 infatti le prime antenne in tutta Italia (altre sono in fase di definizione, ma aumenteranno sicuramente) che trasmetteranno nel cyberspazio e all’interno dei rispettivi atenei italiani il nuovo ed ultimo singolo di Motel Connection.

Abbiamo pensato che fosse ora di comunicare in maniera forte che esistono realtà importanti che vanno oltre i metodi di comunicazione tradizionali e che è arrivato il momento di valorizzare. Sfruttando quindi la collaborazione che da mesi vede i Motel Connection protagonisti di azioni insieme a Ustation.it e RadUni, 27 web radio di altrettanti atenei hanno deciso di aderire all’iniziativa. Un risultato sorprendente se si pensa che gli atenei in Italia sono 79 (di cui non tutti con una radio universitaria) e che quindi più di un terzo ha dato un feedback positivo rispetto al progetto “All Right“.

Qui di seguito la lista delle prime 27 radio universitarie che hanno aderito al progetto:

  • FuoriAulaNetwork – Verona
  • Radio Bue – Padova
  • Radio Zammù – Catania
  • Sanbaradio – Trento
  • Radio 6023 – Piemonte Orientale / Novara e Vercelli
  • Radiophonica – Perugia
  • UnicaRadio – Cagliari
  • Radio F2 Lab – Napoli / Federico II
  • Radio Campus – Pavia
  • Radio Urca – Pesaro e Urbino
  • Radio Cà Foscari – Venezia
  • Libertà di Frequenza – Palermo
  • Radio Eco – Pisa
  • Radio Sapienza – Roma
  • Ponte Radio – Cosenza
  • Unis@und – Salerno
  • Radio Frequenza – Teramo
  • 110webradio – Torino
  • Radio Tor Vergata – Roma
  • Radio Rumore – Modena e Reggio Emilia
  • Radio In Corso – Trieste
  • Radio Luiss – Roma
  • Run Radio – Napoli
  • RBG Radio Università di Bergamo – Bergamo

Ulteriori adesioni potrebbero arrivare nei prossimi giorni da Radio Unicam di Camerino, Ubiradio di Potenza, Radio Bocconi di Milano, Radio Liuc di Castellanza, Reporter Radio di Sassari.

con il supporto e la comunicazione di:

  • Campus Wave – Savona
  • Radio Revolution – Parma
  • Radio Orientale – Napoli Orientale

Queste ultime tre radio non partecipano nella rotazione del brano ma esclusivamente nella comunicazione  in quanto i loro passaggi sono esclusivamente dedicati alla musica i cui diritti si basano su licenze Creative Commons.

Qui di seguito le dichiarazioni di Motel Connection, di Andrea Diani – responsabile musicale di RadUni – e di Romeo Perrotta – responsabile della comunicazione di Ustation -.

“Abbiamo voluto dare un segnale forte e premiare chi in questi due anni di tour senza sosta non ha mai smesso di appoggiarci e darci voce. Una nuova rete costruita dal basso, composta da giovani persone volenterose e creative – gli studenti universitari – capaci di ridare freschezza all’ambiente musicale italiano. Un creative network di radio unificate che merita ampio spazio e maggiore visibilità nel panorama culturale italiano.”

– Samuel, Pisti & Pierfunk / Motel Connection –

“Sin dalle prime trasmissioni, le radio universitarie si sono distinte per l’impegno profuso nel supporto e nella valorizzazione della musica emergente, indipendente e di qualità. In questo senso la collaborazione con i Motel Connection, nata a Perugia in occasione del Festival delle Radio Universitarie 2010, non può che essere in totale sintonia con le linee editoriali delle nostre emittenti. Un rapporto di cui siamo onorati e orgogliosi.”

– Andrea Diani / Responsabile Musica RadUni e Direttore Artistico FuoriAulaNetwork –

“L’operazione culturale dei Motel è fortemente innovativa e premia la capacità delle radio universitarie di veicolare le tendenze più interessanti del panorama musicale italiano. “All Right” dei Motel Connection offre a Ustation.it l’occasione di aprire alle radio universitarie un library digitale dedicata alla musica di qualità: uno spazio dove poter condividere dei brani che ciascuna radio potrà scaricare e inserire poi nella propria rotation.”

– Romeo Perrotta, Responsabile Comunicazione UStation.it –

Missione Dunter compiuta.

Il Like Button di Facebook sui quotidiani online: crescita di traffico e di attenzione

In questo nota pubblicata dalla pagina Facebok and Media, interessantissimo osservatorio (e risorsa) sul rapporto fra le potenzialità di Facebook e l’universo delle testate giornalistiche online, viene riportato un piccolo studio del Social Network sui risultati ottenuti dall’uso del “Like button” (il tasto mi piace per intenderci) nei siti nazionali ed internazionali di notizie.

Il target

I risultati sono sorprendenti per l’editoria digitale, sia in termini di crescita di traffico sia in termini di conquista di un nuovo bacino di lettori. Ad esempio si delineano sempre di più le caratteristiche dell’utente che “fa click” sul like button dei grandi quotidiani online: giovane (età media 34 anni, contro la media dei 54 anni degli abbonati ai cartacei in USA), attivo e più “connesso” di ogni altro utente di Facebook. Non a caso questo target ha più del doppio di “amici” del normale utente Facebook ed è un più attento esploratore delle risorse che portano a link esterni al sito: fanno click su di essi 5 volte tanto gli utenti normali.

I risultati per gli editori

Come dicevamo la nota riporta risultati incredibili: la crescita del traffico nei quotidiani in rete che usano il “Like button” è balzata a livelli inaspettati. ABC News cresce del 190%, il gossipettaro Gawker raddoppia con un 200% e un portale di notizie sportive come Sporting News adirittura fa 5 volte tanto: +500%. L’esperienza dei “Social news”, investe anche la fruizione stessa della notizia: quando un utente scopre di leggere un articolo che “piace” a un suo amico o conoscente, cresce l’attenzione stessa verso di esso. Ad esempio, NHL.com ha riferito che il tempo di navigazione degli utenti è cresciuto del 85%.

E in Italia?

Se diamo uno sguardo anche qui da noi in Italia notiamo subito che i giornali on-line a fare uso dell’integrazione con i Social Plugin di Facebook stanno crescendo a dismisura. Su di tutti il caso più virtuoso è quello del Corriere della sera che non solo ha inserito fra le sue pagine il tasto “Mi piace”, ma anche il plugin “Activity feed”, che mostra gli articoli più popolari del sito fra gli amici dell’utente. Anche La Repubblica ha inserito il “Like button” (in questo caso ha optato per la modalità “consiglia”), mentre si nota la mancanza dello stesso su altri importanti quotidiani nazionali, fra tutti La Stampa e il Il Sole 24 ore. Ma probabilmente più di tutti sorprende l’assenza del bottone sul quotidiano (solo) online di Luca Sofri, Il Post, che come altri ha integrato solo il meno diretto Share di Facebook. Disdicevole lacuna o consapevole scelta?

Approfondimento

Infine, per maggiori informazioni sulla rivoluzione della “social news”, vi consiglio di sfogliarvi direttamente le slide di Justin Osofsky, che gestisce per Facebook la comunicazione della società e le partnership. Buona lettura!

Twitter annuncia i promoted accounts

Twitter annuncia i promoted accounts

Si può fare una pubblicità non invasiva, sintetica e diretta? Diciamo in 140 caratteri?
E’ esattamente ciò che sta pensando Twitter, che oggi allo IAB Mixx di Manhattan ha fatto il punto sulle proprie campagne ADV e ha rilanciato novità nel campo della sua “pubblicità haiku”.

Già da qualche mese Twitter aveva presentato i “Promoted Tweets”, una sorta di ADV (in 140 caratteri, of course) che appariva (ed appare ancora oggi) nei risultati delle ricerche fatte dagli utenti. Il costo eccessivo (circa 100mila dollari) aveva subito fatto intuire che la pubblicità su Twitter non era adatta “per tutte le tasche”, ma un incentivo soprattutto per i Brand di successo. Gli stessi “Promoted trends” (che appaiono al termine della lista dei Trending Topics di Twitter) non sono concessi a chiunque: solo a grandi marche che hanno già campagne organiche su Twitter.

Eppure proprio oggi si svelano i primi risultati, secondo i quali la pubblicità su Twitter sembra avere un CTR superiore a quello della pubblicità standard all’interno dei siti web, quella che per intenderci viaggia quotidianamente su pesanti e invasivi banner e/o pop-up. Invece, secondo lo staff di Twitter il 5% delle persone ha interagito con la “pubblicità haiku”, re-twittandola ad altri o seguendo il profilo di un marchio.

Quanto alla novità annunciate oggi, non sembrano affatto irrilevanti, anzi: Twitter sta spingendo per diffondere gli ADV oltre la propria piattaforma web, puntando soprattutto verso i tantissimi client integrati con Twitter (che sono ad oggi, usatissimi) fra i quali TweetDeck e HootSuite. Tutto ciò da Novembre.

E non finisce qui: in programma c’è anche la creazione di una terza feature per i brand, i “Promoted Accounts“, profili aziendali venduti a peso d’oro che apparirano nella sezione attualmente occupata dai “consigli” su chi si può seguire (il “who to follow”). Un passo che a molti è sembrato quasi scontato, ma che rivela quanto lo staff del Social Network punti sulla monetizzazione della sua piattoforma, cercando di vincere la propria scommessa: far viaggiare l’adv online in 140 caratteri.

Balla Coi Cinghiali: intervista a Luca Ghilino, co-fondatore del festival

Balla Coi Cinghiali: intervista a Luca Ghilino, co-fondatore del festival

Oggi incontro Luca Ghilino, co-fondatore di Balla Coi Cinghiali. Ci conosciamo da un paio d’anni perchè condividiamo una passione. Entrambi facciamo parte di un’Associazione ed entrambi contribuiamo ad organizzare due manifestazioni, gemellate da due anni, ai confini dell’Impero.

D: BCC 2010, si parla di oltre 50.000 presenze. Curiosiamo nel mondo BCC insieme? Perchè nasce Balla?

«BCC nasce quando Roberto Franchelli chiede a me e Andrea Pastorino di trovare qualche gruppo di “non liscio”, per variare il solito connubio sagra-orchestra e creare un evento nuovo per la sua Pro Loco Bardineto.
All’epoca io e Andrea suonavano nei Cagnassi Bastardi, un gruppo che si è fatto notare direi soprattutto per il nome… Giravamo abbastanza ed avevamo parecchi contatti e amici in altri gruppi nella zona savona-imperia, così abbiamo tirato su una scaletta per la prima edizione del festival in divenire, dal nome Festa della Musica – Notte sotto le stelle. Non chiedetemi il perchè di questo nome, forse eravamo solo parecchio romantici, allora.»

D: Il tuo lavoro e il festival.

«Io lavoro nella pubblicità, faccio l’art director in una grande agenzia di Milano; questo ha dato un impulso “professionale” a tutto quello che ho sempre creato per il festival.»

D: Anni fa il cinghiale ululante comparve su un video di Lega Ambiente. Un primo “mainstreaming” del vostro logo. Come avvenne quell’incursione di successo?

«Avevamo ideato una campagna televisiva che prevedeva una serie di cloni del protagonista; serviva quindi un abbigliamento plurimo con qualcosa che si facesse notare…Forse è la nostra prima incursione nel tema “ecologia”! Per la campagna stampa Roberto si è prestato a farsi fotografare e compare in uno dei quattro soggetti.»

D: A proposito! Chi l’ha disegnato il cinghialotto ululante?

Il nostro logo, è stato realizzato “in bella” dal mio primo coinquilino, oggi illustratore di successo, Francesco Favero. Il logo è la sintesi grafica del manifesto della primissima edizione, un cinghiale che ulula alla luna. Le tre stelle a lato del logo siamo noi, quelli che hanni iniziato il percorso

D: BCC: come a Woodstock ma si mangia meglio. Il meglio del territorio come stella polare, ma anche impegni sociali che superano i confini nazionali. Ci parli di Find The Cure?

«Abbiamo sempre destinato parte del ricavato in beneficenza, perchè non ci si può divertire sapendo che qualcuno è in difficoltà. Find the Cure è stata un’associazione che ha creduto nel progetto e ha dato più di quello che ha ricevuto, essendo presente e attiva nei giorni della manifestazione e non solo. Sono belli e bravi e tutto quello che propongono lo realizzano in modo veloce e concreto.»

D: Il rispetto per l’ambiente a BCC sale in cattedra. Divertendo, s’insegna?

«Pensiamo che più persone ti seguono, più tu debba essere costruttivo in quello che dici. Per questa ragione approfittiamo del grande seguito che abbiamo per trasmettere valori che crediamo positivi. Siamo parecchio orgogliosi del fatto che molti altri eventi stiano ricalcando le nostre orme sull’uso di stoviglie biodegradabili e raccolta differenziata.»

D: Secondo te, dovessi quantificare con una percentuale, quale peso riveste il web nella vostra comunicazione rispetto al cartaceo?

«Direi 90%, e aggiungo un x% di merchandising che “ne fa parlare”.»

D: Ultima cosa, prometto che non lo dirò a nessuno e che non pubblicherò questa domanda. Chi è Piero?

«Piero è tutto ciò che un mutuo trentennale ti impedisce di essere.»

Umovement: nasce il Social Network per le ONG

Umovement: nasce il Social Network per le ONG

Durante il World Summit Young Award 2010 (una delle inizative di punta delle Nazioni Unite che premia a livello mondiale i migliori contenuti digitali creati da under 30) fra i tanti progetti è stato presentato Umovement. Un vero e proprio social network interamente dedicato alle ONG di tutto il mondo, che ha l’ambizioso obbiettivo di dare visibilità allo sterminato universo del terzo settore.

La piattaforma è organizzata attraverso “progetti” (ad esempio la riduzione delle sacche di povertà o della mortalità infantile) ed è completamente gratuito per qualsiasi organizzazione, piccola o grande che sia, di ogni paese. Ogni ONG che si iscrive a Umovement ha un suo profilo, con tanto di pagina di atterraggio e una panoramica su i progetti proposti dall’organizzazione. Non solo: ogni ONG ha la possibilità di richiedere donazioni per i progetti in corso o proporre lavori di volontariato.

Tutto è integrato attraverso un sistema di crowdsourcing molto simile a quello di Wikipedia: le Organizzazioni o i loro singoli progetti possono infatti essere valutati o commentati da qualsiasi utente. In questo moto è proprio l’azione di base degli utenti che aiuta a monitorare e promuovere i progetti di Umovement e a premiare quelli ritenuti più interessanti ed efficaci.

Umovement, nell’ottica di integrazione Social, dà anche la possibilità di gestire un banner (si chiama “Uki”) per promuovere progetti specifici, ottimizzando lo “share” nelle reti sociali, tra cui Facebook e Twitter. E last but not least, il sito “parla” 50 lingue diverse utilizzando un traduttore automatico.

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