Gli Hangouts On Air per un museo espanso e partecipativo

Gli Hangouts On Air per un museo espanso e partecipativo

In un bel libro di Roberto Peregalli, “I luoghi e la polvere” (edito da Bompiani), a un certo punto l’autore scrive: “il museo deve introdurre la gente in un mondo speciale, in cui le opere dei morti dialogano con gli sguardi dei vivi, in un confronto duraturo e fecondo”. La vera sfida per i musei di oggi è in effetti quella di presentarsi come luoghi in cui la tradizionale visita sia capace di generare dialogo ed apprendimento. Il museo non solo come vetrina ma, in un’ottica di rinnovamento dei processi di accesso alla cultura, anche come punto d’incontro e conversazione, capace di coinvolgere il pubblico attraverso nuovi strumenti di socializzazione a disposizione in rete. Uno di questi, senza dubbio, è l’Hangout On Air di Google: questo servizio permette di ripensare la comunicazione e la collaborazione online, aprendo nuovi scenari anche (e soprattutto) per le istituzioni museali. Si tratta a tutti gli effetti di ripensare lo spazio culturale come luogo di capace di incontrare e parlare con il visitatore oltre le proprie mura: un modo innovativo di costruire un vero e proprio “museo espanso”.

Gli Hangouts On Air: cosa sono e come funzionano
L’Hangout è un videoritrovo virtuale basato sulla videochiamata fra più utenti di Google Plus, utile per discutere face-to-face con un massimo di 10 persone. Un Hangout on Air (Hangout in diretta), differisce dal semplice Hangout perché è trasmesso pubblicamente ed aperto a tutti, non solo a quelli che intervengono all’interno della videochiamata: proprio per questo il flusso video della chiamata è pubblicato anche sul canale YouTube, collegato al profilo o alla pagina Google Plus dal quale viene attivato. Tutti possono effettuare un Hangout on Air, basta avere una buona connessione, una webcam e un profilo o pagina Google Plus collegata ad un canale Youtube. Inoltre una serie di estensioni interne al servizio permettono di rendere l’esperienza più interattiva, come ad esempio la possibilità di consentire agli spettatori di commentare e/o inviare domande agli interlocutori.

Gli Hangouts On Air per l’insegnamento e l’educazione all’arte
Un primo uso interessante di hangouts On air è ad esempio connettere i servizi educativi dei musei con i visitatori. In questo senso il MoMa ha proposto un format didattico, gli #ArtHang, per far conversare esperti d’arte con la propria community, coinvolgendo gli utenti in vere e proprie “classi virtuali”.

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La sfida è quella avvicinare gli educatori dei musei ad un pubblico, quello di chi vuole approfondire alcuni aspetti del mondo dell’arte, spesso troppo difficile da intercettare (a causa anche semplicemente di problemi logistici). Gli Hangouts in diretta consentono invece di raggiungere chiunque abbia voglia di imparare senza limiti di numero o di fuso orario e il sistema di archiviazione su Youtube permette di collezionare una serie di video sempre fruibili in ogni momento, anche successivamente alla lezione live.

Il museo si fa intrattenitore: l’esempio del Tate
Oltre ad appuntamenti dedicati alla didattica e alla formazione, grazie agli hangout on Air, un museo può anche però proporsi come polo attrattivo per promuovere conversazioni digitali su temi più generali dove l’istituzione museale si confronta con altre culture, coinvolgendo giornalisti, blogger ed opinion leader.

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Il Tate ad esempio ha lanciato una serie di appuntamenti mensili alternando per ogni appuntamento un diverso interlocutore: “La musica incontra l’arte”, “La moda incontra l’arte”, “La fotografia incontra l’arte” e così via.

Raccontare le mostre in diretta streaming
Ma il servizio di Hangout on Air può diventare anche un’occasione per accompagnare il visitatore in un tour (in questo caso virtuale) per conoscere una nuova mostra del Museo. Ad esempio, il Nasher Museum di Durham ha utilizzato Hangout on Air per presentare dei pezzi forti di una mostra su Mirò, con il curatore che ha approfondito alcune opere direttamente in diretta streaming.

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Utilizzando le apps integrate agli Hangouts che permettono l’interazione di utenti durante lo streaming, è stato possibile anche inviare domande in tempo reale al curatore durante la sua presentazione.

Promuovere le tavole rotonde fra i musei
Un altro uso interessante degli Hangouts On Air è quello di consentire un dialogo trasparente e collaborativo fra i musei su problemi comuni o su tematiche che necessitano un dibattito fra più attori.

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La National Art Education Association (NAEA) ad esempio si è fatta promotrice di un format, il “Peer2Peer”, per far dialogare alcune organizzazioni museali in un confronto pubblico ed aperto agli utenti della Rete.

Connettere artisti e pubblico
Non mancano poi esempi veramente innovativi nell’utilizzo di hangout on-air, soprattutto per quanto riguarda il rapporto fra artisti e pubblico: in questi casi il servizio di live streaming apre nuove possibilità di conversazione connettendo l’utente direttamente con l’autore di un’opera d’arte.

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In alcuni casi, come nella performance in live streaming dell’artista Autumn Ahn, l’utente attraverso Hangout on Air è stato coinvolto nella “genesi” stessa di un’opera d’arte, diventando parte dell’installazione.

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Daniele Lombardi

Toscano di nascita, piemontese d'adozione: è il dunter dentro la rete. Sperimenta, perlustra, concepisce, esegue. La curiosità per tutto quel che viene partorito nel 2.0 sono solo particelle del suo investigare. Quando non è connesso si ciba esclusivamente di cinema, serie TV e buona musica. E risuona il suo barbarico tweet sopra i tetti del mondo.

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