Hashtag: secondo approfondimento per l’uso di Twitter

Hashtag: secondo approfondimento per l’uso di Twitter


Eccoci al secondo approfondimento dedicato agli “hashtag” in Twitter. Partiamo oggi da una considerazione: quanti hashtag ci sono al mondo? La risposta è semplicissima. Sono infiniti. Ogni giorno si creano nuove discussioni e varianti delle stesse a seconda delle specifiche del caso. Oltremodo possono essere utilizzate parole anche di senso non compiuto per formulare gli #: abbiamo visto nel precedente post che la trasmissione Vieni Via Con Me aveva l’hashtag #vieniviaconme e che Benigni aveva #benigni. Bene: io avrei potuto creare un hashtag, ad esempio, #vienivia per la trasmissione o #benignivsmaligni per il comico toscano e, paradossalmente, sarebbero potute divenire più popolari delle “classiche” per vari motivi decisi dalla community stessa (risparmio di caratteri, maggior inventiva o per puro divertimento). In Twitter vi sono degli hashtag che perdurano nel tempo e che hanno creato un trend e una sorta di specifica netiquette nella community (chiaramente non scritta) Un esempio? Famosissimo è il #musicmonday (o #MM): ogni lunedì (ma anche lungo la settimana) migliaia e migliaia di persone “consigliano” a tutta la community ed ai propri followers un brano o un artista con cui iniziare la settimana lavorativa. Un modo per condividere nuovi autori o grandi classici con il resto del mondo. Oppure vi è il #followfriday (anche #FF): ogni utente ringrazia apertamente quelli che sono stati, tra coloro che egli segue, coloro che gli hanno fornito le informazioni o gli spunti più interessanti e divertenti. Ovvero troviamo il #fail: con questo hashtag l’utente solitamente segnala un disservizio o qualcosa che non funziona o di cui ha avuto una percezione negativa. Ovviamente, quelli che risultano perduranti nel tempo sono quelli di localizzazione del tweet e del suo significato: ad esempio #italia o #italy, #roma o #torino.  Personalmente, nel nostro Paese, tra quelli che trovo interessanti, c’è ad esempio #sapevatelo: easy e creativo al punto giusto per dare informazioni varie e disincantate. Attraverso gli hashtag, poi, si possono anche compiere azioni specifiche, come ad esempio l’aggiornamento dello status di LinkedIn, inserendo nel proprio tweet #in (chiaramente previa sincronizzazione delle due piattaforme)

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Ora che sappiamo qualcosina in più del segno cancelletto, il consiglio che vi diamo è quello di seguire @hashtags su Twitter, per essere continuamente aggiornati sull’evoluzione dei nuovi argomenti. Anche Twemes.com è un’altra ottima opportunità per scoprire nuovi hashtag (il servizio comprende anche gli RSS). Wthashtag.com è invece un sito utilissimo per la ricerca dei singoli hahstag e per comprendere quelli che sono i  significati attribuiti agli stessi dagli utenti.

Nella prossima puntata proveremo a capire insieme come cercare di rendere popolare e condiviso un hashtag e analizzeremo un caso specifico utilizzato da un brand per un’azione di marketing a livello mondiale.

1390 782 Andrea Casaleggio

Andrea Casaleggio

Il dunter delle scienze internazionali. Eventi olimpici, Europei vari, il Gran Paradiso ed il bancone del Whispy. Unisce, propone, conclude: se i fatti e la teoria non concordano, cambia i fatti. Legge Wiki e gioca ( in attacco ) a calciobalilla. Barra dritta: think global, act local!

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